(Guardialfiera, Campobasso, 1902 - Roma 1950) narratore italiano. Ispirò alla nativa regione molisana le sue opere più significative: dal romanzo Signora Ava (1942) alla raccolta di racconti L’impero in provincia (1945), all’altro romanzo Le terre del Sacramento (1950, premio Viareggio), sorta di epopea del lavoro contadino e commossa celebrazione della propria terra. I temi tradizionali del feudo che va in rovina e del conflitto tra padroni e contadini vengono rappresentati, all’avvento del fascismo, con una forte carica polemica e uno stile asciutto che intreccia il rilievo di caratteri balzachiani alla coralità della struttura. Narratore di tradizione essenzialmente veristica, J. accolse nelle sue opere le istanze dell’antifascismo e delle lotte sociali del dopoguerra, senza tuttavia rinunciare a inflessioni di sottile lirismo. Nei suoi esiti migliori, egli amalgama felicemente le agitate vicende della storia e l’aura immobile del mito. Importante, nella Signora Ava, ma anche nell’Impero in provincia, il delinearsi di un giudizio riduttivo sul risorgimento, con motivazioni che più recentemente una parte della critica storica ha fatto proprie.